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La crisi d’impresa e il fallimento

La crisi d’impresa e il fallimento

Pubblicato il 24/10/2019

L’impresa è un’attività economica organizzata il cui fine è produrre ricchezza, ma non è escluso che durante la sua vita produttiva possa vivere un momento di crisi che può spesso essere risolto.

La crisi economica degli ultimi anni ha determinato diversi interventi del legislatore sulle procedure concorsuali, con la finalità di sostenere le aziende in difficoltà per farle rimanere operative sul mercato, evitando così il fallimento.

L’obiettivo dell’ultima riforma è creare le condizioni affinché l’imprenditore avvii le procedure di ristrutturazione preventivamente e quindi eviti che la crisi diventi irreversibile.

Il nuovo Codice della crisi di impresa prevede una serie di strumenti utili al fine di cercare di risanare l’azienda e consentirle di continuare a svolgere il suo lavoro.

Dal nuovo Codice sono stati eliminati i termini "fallimento" e "fallito", considerati un retaggio ormai superato della vecchia legge fallimentare del 1942, generalmente contraddistinti da un’accezione negativa. I vocaboli "liquidazione giudiziale" e "debitore" andranno quindi a sostituire quelli di "fallimento" e "fallito".

Se per il fallimento ci si limitava a considerare il presupposto oggettivo, ovvero, lo stato di insolvenza, il legislatore ha oggi spostato la sua attenzione identificando uno stato precedente a quello di insolvenza ossia, lo stato di crisi. La disciplina tende a favorire l’emersione anticipata e le conseguenti negoziazioni fra debitore e creditori, con il dichiarato scopo di evitare che, come avvenuto troppe volte, la situazione di crisi dell’impresa venga affrontata troppo tardi così degenerando in una situazione di insolvenza irreversibile.

Dallo stato di crisi si può uscire. Di seguito i principali modi previsti:

concordato preventivo - un accordo giudiziale attraverso il quale il debitore e i suoi creditori concordano le modalità di estinzione del debito contratto

accordo di ristrutturazione dei debiti - uno strumento flessibile che mira al risanamento dell'impresa in stato di crisi, utilizzato quando l'impresa ha intenzione di ridurre la propria posizione debitoria nei confronti della maggioranza dei creditori

piano di risanamento - uno strumento nelle mani dell'imprenditore che ha la finalità di risanare la sua impresa da un punto di vista economico e finanziario con la messa in atto di azioni strategiche, in assenza di qualsiasi ingerenza e controllo da parte del Tribunale

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